giovedì 2 aprile 2020

[...] Possiamo ora spiegarci la diffusa usanza di coprire gli specchi o di voltarli contro il muro dopo che sia morto qualcuno in casa

Si teme che l'anima proiettata fuori di una persona sotto forma del suo riflesso nello specchio possa esser portata via dallo spirito del defunto che comunemente si crede rimanga ancora per casa fino al suo funerale. 

Questa usanza è dunque parallela all'usanza degli Aru di non dormire in una casa dopo che qualcuno sia morto, per timore che l'anima proiettata nel sogno fuori del corpo possa incontrar lo spirito ed esser da esso portata via. 

La ragione per cui gli ammalati non devono guardarsi allo specchio e per cui nella camera di un malato si coprono gli specchi, diventa ugualmente evidente; in tempo di malattie, quando l'anima può volar via così facilmente, è specialmente pericoloso proiettarla fuori del corpo riflettendola in uno specchio. 

Questa regola è quindi precisamente parallela alla regola osservata da alcuni popoli di non permettere agli ammalati di dormire, perché nel sonno l'anima è proiettata fuori del corpo e c'è sempre pericolo che non vi possa più ritornare."


Frazer, "Il ramo d'oro", 1915


L'antropologo Frazer nel suo "Il ramo d'oro", analizzò l'usanza di coprire o girare verso il muro gli specchi nella fase di un lutto o, addirittura, durante la malattia: divenuta in realtà becera superstizione racconta di come, ben prima degli specchi, l'uomo usasse riflettersi nelle acque o su lastre metalliche lucidate, come nel mito greco di Narciso che,nel compiacersi ed innamoratosi morbosamente della propria immagine beh..sapete benissimo che fine fece, sto minchione.

E ancora lo specchio come "ladro" dell'anima, poiché anche sognare la propria immagine riflessa è presagio infausto, così come anche riflettersi nelle acque ospitate in vasi o bacinelle: si temeva che gli spiriti delle acque, così come negli specchi, trascinassero con sé, nel fondo, l'anima delle persone.
Quando poi cerchiamo di rispecchiarci negli occhi di una persona che se n'è andata, non vi troviamo risposta.

In realtà, è proprio questo il punto:
vorrei aver avuto più tempo per riflettermi negli occhi di chi mi ha lasciato troppo presto.



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