sabato 2 maggio 2020

Il cimitero di San Michele in Isola - Venezia

Venezia si sa, è una città magica.
Almeno un paio di volte all'anno sono solita farvi visita: nonostante sia cambiata in tutti questi anni, rimane sempre antica, con le sue botteghe, i suoi negozi di maschere e souvenir, con le sue stradine strette e fresche, dove spesso ci sono le serrande chiuse, meta affezionata di piccioni e immondizie varie.
Ne ho sempre detestato il caos, soprattutto a Carnevale, ma ci ho dovuto fare l'abitudine pur di fare delle foto decenti alle maschere che più mi piacessero.
Eh sì, Venezia è proprio unica. I suoi musei, le sue leggende e, ovviamente..il suo cimitero, San Michele in Isola.
Per giungerci, ci si deve far trasportare dal traghetto (si, sembra proprio di essere trasportati da un Caronte veneziano, ma sarà solo la mia fantasia).
E quando arrivi, metti di nuovo i piedi sulla terra.
Fino agli anni '50 del '900 vi si accedeva, il 1° novembre di ogni anno, tramite un ponte fatto con delle barche permettendo un collegamento tra Venezia e l'isola. 
Nel 2019 questa tradizione è stata riproposta, attraverso la costruzione di un ponte temporaneo di 400 metri circa.
Ne sconsiglio la visita in estate (preferisco fare i Thanatour nelle altre stagioni, odio il sole che mi brucia la pelle!) o comunque quando fa troppo caldo..si rischia di non godersi la passeggiata!
L'Isola di San Michele è totalmente dedicata al cimitero urbano della città di Venezia: sembra che nel 1212 fosse stata donata a tre monaci camaldolesi, fondatori di un monastero rimasto in uso sino al 1810, divenendo poi una sorta di prigione per reclusi politici, tra cui passò anche Silvio Pellico.
Nel 1829 divenne dunque sede dei Padri Riformati, che ad oggi hanno in gestione la Chiesa di San Michele, in stile rinascimentale.
In realtà, prima di scegliere questa isola come luogo per le sepolture dei cittadini veneziani, vi fu la prima scelta verso l'Isola di San Cristoforo, in zona Fondamenta Nuove, incapace di accogliere però tutte le salme.
Fu con Annibale Forcellini la scelta del progetto, a pianta a croce greca con la parte finale a forma ellittica, che terminò nel 1876.
L'atmosfera è quasi surreale, si viene immersi in un giardino fatto di cipressi, pini, querce e magnolie, ma anche roseti profumati. Essere sepolti a Venezia è un privilegio, soprattutto per personalità illustri, dagli artisti agli scrittori, agli attori e compositori.
Foto mia, 2016

Giusto per citarne alcuni, Emilio Vedova, Igor Stravinskij, la cui tomba è famosissima e meta di pellegrinaggio da parte di turisti di tutto il mondo, Anthony Quinn, Ezra Pound, altresì famosa la tomba dove sono riposte le scarpette da ballerina di danza classica, quella di Sergej Diaghilew, Franco Basaglia, e Giuseppe Jappelli.
Sull'Isola è presente anche una sala, non molto grande, dove sono riposte delle urne cinerarie anche molto antiche.
Sicuramente mi preme sottolineare che in questi luoghi si deve entrare sempre con rispetto, mai con presunzione e gusto macabro. Ricordiamoci sempre di essere in un luogo di culto, non in un luna park dove sfogare le proprie passioni morbose.


©Grief_and_the_Maiden

Nessun commento:

Posta un commento